Corriere della sera 22/1/2012
FASCITE PLANTARE
Riposo , ma non assoluto per i piedi «in fiamme»
Un disturbo di chi corre molto che non va mai trascurato
FASCITE PLANTARE
Riposo , ma non assoluto per i piedi «in fiamme»
Un disturbo di chi corre molto che non va mai trascurato
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In alcuni casi, assai meno frequenti, le cause possono essere di tipo dismetabolico e collegate ad una insufficienza renale cronica, a gotta o diabete, oppure associate a malattie croniche reumatiche». Il dolore, sintomo peculiare di questa patologia, può essere di bassa intensità e presente in maniera costante per tutto l’allenamento (o la gara), oppure può essere così acuto da impedire addirittura l’appoggio del piede. Può apparire immediatamente dopo uno sforzo intenso, o svilupparsi progressivamente. «Ma anche nei casi meno dolorosi — sottolinea Carnelli — trascurare la fascite plantare, continuando a correre, è una pessima idea: poiché si tratta di un’affezione prevalentemente infiammatoria, non è destinata a regredire spontaneamente; anzi, può solo peggiorare e cronicizzarsi». «Se continuare l’attività sportiva in presenza di questo problema è assolutamente sconsigliabile, — precisa Stefano Respizzi, responsabile del Dipartimento di riabilitazione e recupero funzionale dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (MI) — altrettanto controindicato è l’assoluto riposo, specie quando si tratta di un’infiammazione divenuta cronica, come accade nella grande maggioranza dei casi. Quindi, si consigliano riposo "relativo" e controllo dell’infiammazione. La corsa può essere sostituita dalla bicicletta e dall’esercizio in acqua. Contemporaneamente, occorre fare in modo che vi sia una stimolazione della fascia plantare tale da portare a una rigenerazione tissutale, che si può ottenere attraverso l'applicazione di onde d'urto. Onde che, stimolando i fibrociti e aumentando la capillarizzazione locale, favoriscono il processo di riparazione spontanea del tessuto legamentoso. Una applicazione settimanale di onde d’urto, ripetuta per tre settimane, e esercizi di stretching eseguiti in scarico (cioè senza "pesare" sul piede) sono in genere provvedimenti sufficienti a ridurre la sintomatologia dolorosa — spiega Respizzi —. È poi fondamentale utilizzare scarpe comode, non eccessivamente rigide, ma neanche troppo morbide, con talloniere o plantari personalizzati che contribuiscano a diminuire il carico. Nella fase acuta, quando il dolore è particolarmente intenso, è bene utilizzare il ghiaccio; al contrario, se la patologia è già diventata cronica, è efficace il caldo».
E per prevenire la fascite plantare? «È fondamentale usare scarpe che garantiscano una sufficiente ammortizzazione del tallone, — conclude Respizzi — evitare di correre esclusivamente su terreni particolarmente duri ed eseguire sempre esercizi di allungamento specifici per la muscolatura anteriore e posteriore degli arti inferiori».
Mabel Bocchi
22 gennaio 2012 (modifica il 23 gennaio 2012)