Redazione Staibene.it - 9 Gennaio 2008
Scoperto il muscolo che aumenta la resistenza nella corsa
Potrebbe aiutare a migliorare le prestazioni sportive senza ricorrere al doping
Il sogno di qualsiasi amante del jogging e della maratona, incrementare all'infinito la propria resistenza, potrebbe essere meno irrealizzabile di quanto si pensi. E senza ricorrere al doping. Tutto per merito di un esperimento di ingegneria genetica condotto da alcuni scienziati dell'Harvard Medical School di Boston, negli Usa.
Lo studio
Come si legge sulla rivista "Cell Metabolism", gli esperti americani sono infatti riusciti a scoprire il "muscolo della resistenza" e trasformare dei topolini in "fondisti", arricchendo il loro tessuto muscolare di una fibra finora poco conosciuta e misteriosa. Una scoperta che potrebbe aiutare a migliorare le capacità sportive o evitare la perdita di tono muscolare nei malati di sclerosi laterale amiotrofica.
I muscoli umani sono composti da quattro diversi tipi di fibra muscolare, di cui due a contrazione lenta e una a contrazione veloce, adatte rispettivamente per la resistenza e lo sprint veloce. Poco si sa sul quarto tipo di fibra, diffusa in tutti i muscoli. Ogni fibra consente al fisico di svolgere attività diverse. Quelle a contrazione lenta ad esempio, i tipi I e IIA, si trovano insieme ai mitocondri e servono per fare esercizi continui e di resistenza, con l'uso di molto ossigeno. Il tipo IIB invece, presente nel quadricipite, è a contrazione veloce, opera senza ossigeno, ed è utilizzato per attività che richiedono potenza. Le fibre IIX si trovano un po' a metà : sono ricche di mitocondri, ma si contraggono anche velocemente. La loro funzione, però, non è ancora ben chiara.
L'esperimento
Gli scienziati di Boston hanno convertito quasi tutte le fibre muscolari delle cavie nel tipo IIX, con risultati sorprendenti. Gli animali, infatti, sono stati in grado di correre per un tempo più lungo del 25% rispetto al solito, prima di essere esausti. Gli scienziati hanno visto che accendendo un gene, il Pgc-1alfa, era possibile trasformare i muscoli composti dalle varie fibre in muscoli composti principalmente da fibre a contrazione lenta. Successivamente si sono serviti della ingegneria genetica per attivare un gene fratello, il Pgc-beta, nei muscoli dei topi. In questo modo i loro muscoli, che contenevano circa un 15-20% di fibra IIX, ne avevano quasi il 100%.
Secondo la ricerca, dunque, questo tipo di fibre ha un ruolo ben più importante di quanto pensato finora nelle capacità e abilità degli sportivi. E' possibile infatti che gli atleti siano naturalmente dotati di una quantità maggiore di queste fibre rispetto alle altre persone, o che l'allenamento intensivo ne stimoli la produzione.
Redazione Staibene.it - gennaio 2007
Lo studio
Come si legge sulla rivista "Cell Metabolism", gli esperti americani sono infatti riusciti a scoprire il "muscolo della resistenza" e trasformare dei topolini in "fondisti", arricchendo il loro tessuto muscolare di una fibra finora poco conosciuta e misteriosa. Una scoperta che potrebbe aiutare a migliorare le capacità sportive o evitare la perdita di tono muscolare nei malati di sclerosi laterale amiotrofica.
I muscoli umani sono composti da quattro diversi tipi di fibra muscolare, di cui due a contrazione lenta e una a contrazione veloce, adatte rispettivamente per la resistenza e lo sprint veloce. Poco si sa sul quarto tipo di fibra, diffusa in tutti i muscoli. Ogni fibra consente al fisico di svolgere attività diverse. Quelle a contrazione lenta ad esempio, i tipi I e IIA, si trovano insieme ai mitocondri e servono per fare esercizi continui e di resistenza, con l'uso di molto ossigeno. Il tipo IIB invece, presente nel quadricipite, è a contrazione veloce, opera senza ossigeno, ed è utilizzato per attività che richiedono potenza. Le fibre IIX si trovano un po' a metà : sono ricche di mitocondri, ma si contraggono anche velocemente. La loro funzione, però, non è ancora ben chiara.
L'esperimento
Gli scienziati di Boston hanno convertito quasi tutte le fibre muscolari delle cavie nel tipo IIX, con risultati sorprendenti. Gli animali, infatti, sono stati in grado di correre per un tempo più lungo del 25% rispetto al solito, prima di essere esausti. Gli scienziati hanno visto che accendendo un gene, il Pgc-1alfa, era possibile trasformare i muscoli composti dalle varie fibre in muscoli composti principalmente da fibre a contrazione lenta. Successivamente si sono serviti della ingegneria genetica per attivare un gene fratello, il Pgc-beta, nei muscoli dei topi. In questo modo i loro muscoli, che contenevano circa un 15-20% di fibra IIX, ne avevano quasi il 100%.
Secondo la ricerca, dunque, questo tipo di fibre ha un ruolo ben più importante di quanto pensato finora nelle capacità e abilità degli sportivi. E' possibile infatti che gli atleti siano naturalmente dotati di una quantità maggiore di queste fibre rispetto alle altre persone, o che l'allenamento intensivo ne stimoli la produzione.
Redazione Staibene.it - gennaio 2007