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L'ischemia trai giovani sotto attacco (Carlino 14/11/2011)

 

Il Resto del Carlino 14/11/2011

 

L'ischemia tra i giovani sotto attacco

Cardiopatia congenita, parla il medico che ha operato Cassano

Da un difetto interatriale il fattore scatenate che ha innescato la trombosi

 
 
Roma 14 novembre 2011 - "OSSERVERÒ un periodo di riposo a casa. Prometto che tornerò in campo il più presto possibile". Così Antonio Cassano in una lettera aperta. Il caso dell’attaccante milanista, sottoposto a intervento cardiologico per una cardiopatia congenita lieve, ritenuta responsabile dell’ictus ischemico che ha avuto, riporta alla ribalta gli attacchi che colpiscono persone in buona salute, giovani e attive, apparentemente senza motivo.

«IL PAZIENTE dovrà avere giorni tranquilli — ha dichiarato nei giorni scorsi Nereo Bresolin, direttore del reparto di Neurologia del Policlinico di Milano dove è stato curato — ed è importante che resti a dieta, in questo modo potrà recuperare in tempi brevi». «Cassano ha avuto un’ischemia cerebrale transitoria criptogenetica, cioè senza causa apparente — racconta da parte sua Mario Carminati, direttore della cardiologia pediatrica e cardiopatie congenite dell’adulto del Policlinico San Donato, che ha operato il calciatore — per curarlo abbiamo introdotto dalla vena femorale presa all’inguine il catetere con una piccola sonda, arrivando fino al cuore». Qui si posiziona un dispositivo a ombrellino che chiude la comunicazione anomala tra atrio destro e sinistro. Si tratta di una procedura senza ferite operatorie, per chiudere l’apertura del forame ovale: era l’unico fattore di rischio ictus identificato e l’abbiamo eliminato».
Il luminare del San Donato di Milano ha una collaborazione decennale con l’Hesperia Hospital di Modena. Ed è qui in Emilia che l’abbiamo incontrato, nella cardiochirurgia che l’Istituto Superiore di Sanità, in uno studio ad hoc, giudica tra le prime cinque strutture d’eccellenza d’Italia.

«IL DIFETTO CARDIACO di Cassano è una anomalia diffusa nella popolazione — spiega Carminati — ma questo non significa che il forame ovale pervio, riscontrabile anche nel 20% dei controlli autoptici, vada chiuso in tutte le persone. L’indicazione per effettuare questa procedura vale principalmente per i giovani in cui, senza alcun apparente fattore di rischio, si verifica un episodio di ischemia di natura imprecisata. Si svolgono allora una serie di accertamenti, e molto spesso non si trova nulla se non, appunto, la pervietà del setto interatriale».
Da qui, si fa strada l’ipotesi che questa ischemia (che non ha lasciato reliquati) sia stata causata da una embolia paradossa, cioè da un coagulo di sangue che si ipotizza si passato dall’atrio destro all’atrio sinistro attraverso il forame, poi entrato nel torrente circolatorio, e che si presume sia risalito fino al livello dell’arteria cerebrale. Come terapia, si posiziona allora un dispositivo chiamato ombrellino che chiude il setto e impedisce il travaso di sangue tra i due atri, ed eventualmente il transito di un embolo, e viene gradualmente ricoperto da endotelio.

ED È STATA PROPRIO un’ischemia cerebrale a provocare il malore di Cassano, facendo venir meno l’apporto di ossigeno al cervello ha evidenziato una lesione al talamo: «La fortuna nella sfortuna è che si tratta di una sede tranquilla — ha spiegato il neurologo Bresolin — per esperienza questa situazione avrà una evoluzione positiva, e la lesione sparirà. I giovani hanno una plasticità neuronale ottima, per cui non ci si aspetta assolutamente un residuo permanente».

IL DECORSO post-procedura per chi subisce l’applicazione dell’ombrellino è relativamente semplice, secondo Carminati: «Significa riprendere praticamente la propria vita normale — spiega il cardiologo interventista — assumendo una terapia anti-aggregante piastrinica per sei mesi, in pratica, un’aspirina».
Narutalmente esistono anche altre patologie responsabili di crisi improvvise nelle persone giovani, secondo lo specialista si possono chiamare in causa rari tipi di aritmie, la miocardiopatia ipertrofica e la dissecazione della parete aortica. Un controllo clinico è in grado di dirimere i dubbi.