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La Maratona di New York ed i risultati della Maratona di Venezia (Corriere Adriatico 3/11/2012)

 

 

 

Corriere della Sera  2 novembre 2012

New York, la maratona non si farà
Attacchi bipartisan al sindaco Bloomberg

A sei giorni dal passaggio della supertempesta Sandy, che ha causato 38 morti, il primo cittadino sotto attacco

Corsa annullata e rimandata, E' la prima volta che accade. Si disputò anche nel 2001

La maratona di New York, in programma domenica, si farà. Anzi no. Sono bastate poche ore - e molte critiche bipartisan - per indurre il sindaco Michael Bloomberg e le autorità municipali a valutare lo spostamento della classica corsa podistica (guarda il tweet di Bloomberg), che in questa edizione 2012 cade proprio pochi giorni dopo il passaggio della supertempesta Sandy, che nella sola area metropolitana newyorkese ha causato almeno 38 morti. «Non vorremmo che una nube rimanesse sospesa sulla corsa o sui suoi partecipandi, così abbiamo deciso per la cancellazione. Non possiamo consentire che le controversie sopra un evento sportivo, per quanto importante, distraggano l'attenzione da tutto il lavoro critico che viene svolto per riprenderci dalla tempesta e dalla tragedia.

IL DOLORE E L'OTTIMISMO - Ancora troppo forte, dunque, il dolore della città e di quanti hanno perso un congiunto, ancora in emergenza l'intero apparato delle forze dell'ordine, impegnato nella ricerca degli ultimi dispersi e nella gestione dell'ordine pubblico nei quartieri più colpiti, ancora alle prese con allagamenti, strade bloccate e mancanza di energia elettrica. Bloomberg ha comunque sottolineato che la maratona non avrebbe richiesto lo spostamento di risorse, come aveva fatto anche in mattinata: «New York deve dimostrare che c'è, e che recupererà - erano state le parole del sindaco Bloomberg riportate da alcuni media -. Occorre dare alla gente qualcosa da festeggiare dopo una settimana piuttosto lugubre. La maratona incarna lo spirito della città di New York, la sua vitalità, la sua tenacia. E la determinazione dei newyorchesi». Ma tutto questo, evidentemente, non basta al confronto con la realtà dei fatti.

DOPO L'11 SETTEMBRE - La corsa, nata nel 1970, si è sempre svolta. Anche nel 2001, dopo l'attacco alle Torri Gemelle (e anche quell'anno fu di domenica 4 novembre). Però, 11 anni fa (sindaco Rudolph Giuliani) la città aveva avuto quasi due mesi di distacco tra la tragedia e l'evento sportivo. Il servizio d'ordine era sempre in allerta, ma meno uomini erano dedicati all'emergenza rispetto ai giorni immediatamente successivi all'11 settembre. Nel 2012, la pausa per l'edizione numero 43, dolorosa ma necessaria.

- Così non erano mancate le critiche, piuttosto aspre, al sindaco. Perché il bilancio di Sandy in città è stato di almeno 38 morti, e c'è il timore concreto che domenica le forze dell'ordine stiano ancora recuperando corpi, che i generatori necessari per l'evento sarebbero stati meglio impiegati altrove (in un editoriale il New York Post ha stimato in 400 le abitazioni che potrebbero essere illuminate dagli impianti), che gli hotel servono più agli sfollati che agli stranieri, che c'è poco da festeggiare. Bloomberg a queste accuse aveva replicato, riferendosi proprio al lavoro di Giuliani: «Prese la decisione giusta per lo spirito della città. Anche oggi gli organizzatori della maratona puntano ad aiutare New York City, e le donazioni dei corridori saranno un grande aiuto alle iniziative umanitarie». Ma le accuse sono state costanti e bipartisan: un consigliere democratico di Coney Island, Domenic Recchia, aveva invitato i maratoneti «a correre nei palazzi a portare acqua e cibo»; il deputato repubblicano Michael Grimm si era chiesto «dove sono le priorità» se «la città si preoccupa della maratona quando sono morte delle persone e delle famiglie non hanno più la casa».

 

- James Oddo, consigliere municipale di Staten Island, il distretto più colpito, non ha avuto mezze misure: «Se ci chiedono un solo elemento del personale di soccorso mi sentiranno gridare. Da noi ci sono persone senza casa e senza speranza», aveva twittato. E Scott Stringer, il presidente del distretto di Manhattan, aveva aggiunto con una nota: «New York ha appena vissuto una tragedia storica» e ci sono «dei cittadini che lottano per sopravvivere, privi del necessario mentre le temperature precipitano».

 

L'INDOTTO ECONOMICO - Fino allo scorso anno la stima dell'indotto portato dalla gara era di circa 340 milioni di dollari, circa 265 milioni in euro. La corsa parte dal ponte di Verrazzano, sulla Staten Island, proprio di fronte a uno dei luoghi più colpiti dalla supertempesta, Battery Park. Sarebbe arrivata, come sempre, a Central Park (dal punto del traguardo si vede distintamente il grattacielo One 57, diventato famoso per la gru piegata dal vento all'arrivo di Sandy) e il percorso non era stato cambiato perché tutto sommato le strade hanno subito pochi danni. Riguardo all'accusa di sprecare l'elettricità, Bloomberg aveva rassicurato che per domenica tutta Manhattan riavrà l'energia, e che questo avrebbe dato a «una gran quantità di agenti» la possibilità di essere a disposizione lungo il percorso. La maratona era stata ribattezzata «Race to Recover», la corsa per guarire. Gli organizzatori era pronti a donare 1 milione di dollari, e gli sponsor 1,5, e non è escluso che comunque queste cifre arrivino a destinazione. Gli iscritti alla corsa erano quasi 50.000.

Maria Strada2 novembre 2012 (modifica il 3 novembre) 

 

Macerie a Staten Island, punto di partenza della corsa (Ap/Wenig)Macerie a Staten Island, punto di partenza della corsa (Ap/Wenig)
«GENTE PRIVA DEL NECESSARIO»

 

Striscioni a Central Park (Ap/Drew)Striscioni a Central Park (Ap/Drew)
OTTIMISMO E ACCUSE BIPARTISAN
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