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Lite sulle palestre, poi arriva la correzione. La bozza del Decreto Sanità rendeva obbligatorio il certificato del medico sportivo (Fonte: Corriere della Sera 28/8/2012)

 

Fonte: Corriere della Sera 28/8/2012

Contro l'ipotesi, l'insurrezione dei medici di base

Lite sulle palestre, poi arriva la correzione

La bozza rendeva obbligatorio il certificato del medico sportivo. Balduzzi: «Testo da discutere, è solo una proposta»

Contro l'ipotesi, l'insurrezione dei medici di base

Lite sulle palestre, poi arriva la correzione

La bozza rendeva obbligatorio il certificato del medico sportivo. Balduzzi: «Testo da discutere, è solo una proposta»

(Ansa)(Ansa)
ROMA - Per frequentare, anche a livello amatoriale, una piscina e una palestra, non basterà più il certificato del medico di famiglia: la bozza del «decretone» messo a punto dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, prevede che a dare l'idoneità sarà il medico sportivo. Ma in serata arriva la marcia indietro, dopo le polemiche tra medici sportivi, favorevoli al progetto, e medici di famiglia, contrari alla novità. E scoppia un piccolo giallo quando lo stesso Balduzzi dichiara: «L'obiettivo è dare a tutti il senso di una maggiore responsabilizzazione», ma il testo «ancora è a livello di bozza e sarà discusso, è solo una proposta; non escludo qualche aggiustamento e limatura». Tanto che dal ministero della Salute si precisa che per fare attività fisica non agonistica non servirà la visita specialistica. Quindi, secondo quanto si apprende, nella versione definitiva della bozza non dovrebbe più comparire la misura: fanno sapere che si tratta di un «refuso». Anche perché l'intenzione è di rafforzare i controlli, ma sempre da parte dei medici di base.

 

IL COMMA - Per tutta la giornata comunque si è discusso del comma 9 dell'articolo 11 della bozza, in cui c'era scritto: «Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un'attività agonistica o amatoriale, il ministro della Salute, con proprio decreto emanato di concerto con il ministro per lo Sport, dispone idonee garanzie sanitarie mediante l'obbligo di certificazione specialistica medico-sportiva». E sull'eventuale novità non tutti sono d'accordo. C'è chi la valuta positivamente, chi ha qualche riserva e chi invece ritiene che sia solo un'ulteriore tassa per i cittadini. «Questo è un segno di grande attenzione verso i 20 milioni di italiani che fanno sport a tutti i livelli - sostiene il professor Fabio Pigozzi, presidente della Federazione internazionale di medicina dello sport e ordinario di Medicina interna all'università di Roma-Foro Italico - perché in pratica si tratta dell'unico filtro epidemiologico dopo l'abolizione della visita di leva militare». «Non va giudicato come un atto burocratico - aggiunge Pigozzi -. Così si tutela la salute pubblica e si fa vera prevenzione visto che vengono periodicamente scoperte tante malattie asintomatiche sottoponendo lo sportivo, senza aggravio di spesa, a elettrocardiogramma e visita medica».

QUALI ESAMI? - Parole in parte condivise da Ernesto Alicicco, ex medico della Roma di Falcao e Bruno Conti, ora docente all'università capitolina di Tor Vergata: «Il provvedimento è giusto, però a una prima lettura mi sembra lacunoso. Dovrebbe stabilire dettagliatamente alcuni aspetti: ad esempio che tipo di esami fare, anche in base allo sport che si intende praticare». Insomma, «una visita generale non è assolutamente sufficiente, anche se eseguita da uno specialista - precisa Alicicco -. È sempre bene fare un elettrocardiogramma a riposo e uno sotto sforzo, oltre a analisi del sangue e delle urine». A bocciare l'idea è invece il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo: «Si tratta di una norma inutile, dal momento che questo tipo di certificazione non si è mai dimostrata efficace. Non mette al riparo da rischi. Inoltre, introduce un costo ulteriore a carico del cittadino».

VISITA CARDIOLOGICA - Il più delle volte, infatti, i medici di famiglia «non si fanno neanche pagare la visita - ricorda Milillo - e il rilascio di questo tipo di certificati, visto il rapporto che hanno con il proprio paziente. Senza considerare che, al di là del costo, accedere a uno specialista è certamente più difficile» anche perché i medici sportivi sono pochi. Per il professor Francesco Fedele, presidente della «Fondazione per il cuore» l'obbligo di certificazione per i praticanti dello sport amatoriale è «un'ottima iniziativa, ma bisognerebbe fare un ulteriore passo avanti e prevedere la visita cardiologica». Le alterazioni del cuore infatti «sono la prima causa di morte fra gli sport a tutti i livelli - sottolinea Fedele -. Sarebbe opportuno introdurre l'obbligo anche per l'educazione fisica a scuola. Il 18% degli studenti infatti presenta elettrocardiogramma alterato e a successivi esami all'1-2% vengono diagnosticate patologie gravi».

Francesco Di Frischia28 agosto 2012 | 16:32