Fonte: Corriere della Sera 28/8/2012
Contro l'ipotesi, l'insurrezione dei medici di base
Lite sulle palestre, poi arriva la correzione
La bozza rendeva obbligatorio il certificato del medico sportivo. Balduzzi: «Testo da discutere, è solo una proposta»
Contro l'ipotesi, l'insurrezione dei medici di base
Lite sulle palestre, poi arriva la correzione
La bozza rendeva obbligatorio il certificato del medico sportivo. Balduzzi: «Testo da discutere, è solo una proposta»
IL COMMA - Per tutta la giornata comunque si è discusso del comma 9 dell'articolo 11 della bozza, in cui c'era scritto: «Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un'attività agonistica o amatoriale, il ministro della Salute, con proprio decreto emanato di concerto con il ministro per lo Sport, dispone idonee garanzie sanitarie mediante l'obbligo di certificazione specialistica medico-sportiva». E sull'eventuale novità non tutti sono d'accordo. C'è chi la valuta positivamente, chi ha qualche riserva e chi invece ritiene che sia solo un'ulteriore tassa per i cittadini. «Questo è un segno di grande attenzione verso i 20 milioni di italiani che fanno sport a tutti i livelli - sostiene il professor Fabio Pigozzi, presidente della Federazione internazionale di medicina dello sport e ordinario di Medicina interna all'università di Roma-Foro Italico - perché in pratica si tratta dell'unico filtro epidemiologico dopo l'abolizione della visita di leva militare». «Non va giudicato come un atto burocratico - aggiunge Pigozzi -. Così si tutela la salute pubblica e si fa vera prevenzione visto che vengono periodicamente scoperte tante malattie asintomatiche sottoponendo lo sportivo, senza aggravio di spesa, a elettrocardiogramma e visita medica».
QUALI ESAMI? - Parole in parte condivise da Ernesto Alicicco, ex medico della Roma di Falcao e Bruno Conti, ora docente all'università capitolina di Tor Vergata: «Il provvedimento è giusto, però a una prima lettura mi sembra lacunoso. Dovrebbe stabilire dettagliatamente alcuni aspetti: ad esempio che tipo di esami fare, anche in base allo sport che si intende praticare». Insomma, «una visita generale non è assolutamente sufficiente, anche se eseguita da uno specialista - precisa Alicicco -. È sempre bene fare un elettrocardiogramma a riposo e uno sotto sforzo, oltre a analisi del sangue e delle urine». A bocciare l'idea è invece il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo: «Si tratta di una norma inutile, dal momento che questo tipo di certificazione non si è mai dimostrata efficace. Non mette al riparo da rischi. Inoltre, introduce un costo ulteriore a carico del cittadino».
VISITA CARDIOLOGICA - Il più delle volte, infatti, i medici di famiglia «non si fanno neanche pagare la visita - ricorda Milillo - e il rilascio di questo tipo di certificati, visto il rapporto che hanno con il proprio paziente. Senza considerare che, al di là del costo, accedere a uno specialista è certamente più difficile» anche perché i medici sportivi sono pochi. Per il professor Francesco Fedele, presidente della «Fondazione per il cuore» l'obbligo di certificazione per i praticanti dello sport amatoriale è «un'ottima iniziativa, ma bisognerebbe fare un ulteriore passo avanti e prevedere la visita cardiologica». Le alterazioni del cuore infatti «sono la prima causa di morte fra gli sport a tutti i livelli - sottolinea Fedele -. Sarebbe opportuno introdurre l'obbligo anche per l'educazione fisica a scuola. Il 18% degli studenti infatti presenta elettrocardiogramma alterato e a successivi esami all'1-2% vengono diagnosticate patologie gravi».