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Tensione pre gara (www.fvgsport.it - 14/3/2010)

 

Fonte: www.fvgsport.it

 

psicologo


Tensione pre gara

14/03/2010

Ho 14 anni e pratico ginnastica artistica da quand'ero alle elementari. Ormai sono diversi anni che gareggio a livello agonistico ma da qualche tempo ho delle difficoltà a reggere la tensione pre gara: crampi allo stomaco, respiro affannoso e tremore muscolare. Spesso mi viene detto che non ho nessun problema fisico ma che mi creo delle paranoie mentali. Quando arriva il momento della mia esibizione tutto questo finisce e riesco nei miei esercizi quindi la tensione non mi crea problemi da questo punto di vista, però non appena finisce la gara per un pò di tempo continuo a stare male. Vorrei riuscire a superare questa fase ma tutti mi dicono " devi stare tranquilla... passerà...è l'età..ecc." . Secondo lei come posso superare questo scoglio? Esiste qualche modo per riuscire a stare calmi prima di una gara?

Risposta dell'esperto:


Quello che viene descritto dà effettivamente l'idea che di una certa tensione pre-gara, che fatica a "scaricarsi" dato che la si sente anche dopo la gara stessa. Quando però l'atleta è in gara l'attenzione è tutta catturata dall'esecizio e quindi l'atleta non si accorge delle sensazioni di tensione. Questo, è un fattore positivo, perchè indica che quando l'atleta riesce a portare l'attenzione sulle "cose da fare" questo  permette di farle davvero: quindi la capacità di concentrarsi è una buona "arma" che un atleta può avere nel suo bagaglio personale e, di conseguenza, può sentirsi quanto meno un po' più tranquillo rispetto a quello che può essere l'andamento delle gare. Diversamente sarebbe se la tensione impedisse di svolgere bene il proprio sport ma in questo caso il problema non pare essere questo.

Tornando alla tensione, può essere sicuramente utile fare comunque qualcosa, soprattutto perchè la troppa tensione, a volte, oltre a dare fastidio toglie un bel po' di energie: cosa che magari si sente dopo la gara (o nelle fasi finali della gara) o ancora nei giorni successivi.

Imparare a controllare meglio il respiro può essere una strategia utile, perchè normalmente questo aiuta il corpo ad abbassare il livello di tensione: si tratta di respirare lentamente per qualche minuto (finchè non si sente che il respiro si regolarizza), riempiendo bene la pancia (basta metterci sopra la mano e vedere se la pancia si solleva un po') e poi svuotando pancia e polmoni altrettanto lentamente. Fare esercizio con costanza a casa (per 5-10 minuti ad esempio, meglio ancora quando si è un po' più stanchi) o in allenamento nei momenti di pausa può aiutare a imparare bene come si fa e quali sensazioni positive cercare. Questo perchè se si prova ad abbassare la tensione solo quando si è in gara, diventa molto più difficile riuscire a ottenere qualche risultato se non ci si è "allenati" per bene prima. Inoltre, la sensazione di ampliamento/dilatazione della pancia, può aiutare anche a controllare un po' i crampi allo stomaco.

Per il tremore muscolare, sarebbe utile imparare a fare degli esercizi di rilassamento: qui la cosa è più complicata perchè ciascuno di noi reagisce in modo diverso ai tantissimi tipi di rilassamento che esistono. Forse in questo caso potrebbero essere utili quelli che permettono di controllare il grado di tensione muscolare imparando a contrarre/decontrarre i muscoli in modo sempre più preciso e profondo, in modo da gestire meglio il tremore: potrebbe essere utile leggere un libro (meglio se ha delle figure) che spiega come funziona il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson. Anche in questo caso è importante allenarsi con costanza anche fuori dal campo di gara (a casa o in allenamento), in modo da imparare a trasferire queste capacità anche al contesto di gara. Sempre in questo senso, fare un po' di stretching lento o, viceversa, dei salti o dei movimenti energici proprio prima dell'esercizio di gara, può essere un altro modo per gestire un po' il problema (in gara). 

Nel caso presente - visto che già funziona-, va sfruttata bene la capacità di attenzione dell'atleta: spostandola volontariamente dalle sensazioni negative ad altre: come ad esempio ascoltare della musica, lasciandosi assorbire dalle sensazioni che dà, o ancora "ripetere" mentalmente l'esercizio, o concentrandosi sul proprio corpo, sulle sensazioni di stabilità che si possono provare sentendosi ben piantati a terra, o ancora concentrandosi sulla respirazione... Senza conoscere l'atleta è difficile individuare a priori quello che più lo può aiutare, ma l'atleta può provare a esplorare quello che gli dà le sensazioni positive migliori.

Infine, un aumento di tensione indica che comunque l'atleta è "carico", che il suo corpo è pieno di energie da sprigionare: si tratta di vedere il rovescio della medaglia. Se si riesce a "interpretare" questi segnali non come aspetti negativi ma come "benzina" che serve in gara, anche questo può aiutare a gestire meglio la situazione.